Come non fare intasare il filtro antiparticolato

Come non fare intasare il filtro antiparticolato

Guidate un’auto diesel? Allora avrete certamente sentito parlare del filtro antiparticolato. Trattasi di un dispositivo montato sulle vetture diesel il cui compito è quello di ridurre le emissioni nocive della macchina.

Per far sì che la sua efficienza si mantenga nel tempo, è bene che il filtro antiparticolato sia soggetto a costante manutenzione. Dunque, se volete sapere come “allungare la vita” al vostro filtro, leggete con attenzione le prossime righe.

Come funziona il filtro antiparticolato

Iniziamo col chiarire un dubbio. E’ corretto abbreviare il filtro antiparticolato col termine FAP? A dire il vero si tratta di un errore, poiché questa dicitura indica una particolare tecnologia introdotta nel 2000 dal Gruppo PSA (che tra i suoi marchi annovera Peugeot, Citroen e Opel) ma non comprende tutte le tipologie di filtro antiparticolato. Per cui, quando si parla di filtro in generale il temine più corretto da usare è DPF, che sta per Diesel Particulate Filter.

Come anticipato all’inizio, il filtro antiparticolato ha il compito di ridurre a meno di un millesimo la quantità di particolato emesso dalle macchine (“particolato” è il termine usato per indicare le polveri sottili). E’ costituito da un supporto monolitico a base di carburo di silicio poroso ed è inserito nell’impianto di scarico dell’auto, integrato con la marmitta catalitica.

Il filtro agisce trattenendo le particelle fino a un quantitativo di alcune decine di grammi. Dopodiché un sensore di pressione differenziale trasmette alla centralina motore l’informazione sul grado di intasamento del filtro. Periodicamente (ogni 300-400 km circa) la centellina opera delle “post-iniezioni” di gasolio, che aumentano la temperatura dei gas di scarico e scaldano gli agglomerati carboniosi catturati, bruciandoli totalmente.

Se la macchina diesel ha il FAP, la cerina (ossido di cerio) viene adoperata come additivo al gasolio e serve a produrre agglomerati di particelle senza legame chimico, con il risultato di consentire la combustione delle stesse a temperature più basse.

Viceversa, nei veicoli dotati di DPF la rigenerazione del filtro antiparticolato avviene senza l’ausilio di additivi chimici, ma richiede temperature operative più elevate.

Manutenzione filtro antiparticolato: cosa bisogna fare

I fattori da cui dipende la durata del filtro antiparticolato sono:

a natura stessa del filtro (il FAP dura 120-180mila km e il DPF 250mila km)
le strade in cui guidiamo (la rigenerazione trova complicazioni in città, mentre si svolge appieno guidando spesso su autostrade e strade extraurbane);
lo stato generale di manutenzione dell’auto;
l’uso eventuale di additivi per gasolio. (contattaci per ordinare il nostro additivo certificato)

Un primo consiglio per mantenere efficiente il filtro è percorrere ogni tanto lunghi tratti con l’auto, tenendo conto che una rigenerazione completa avviene ogni 400-500 km circa.

Ma cosa succede se la rigenerazione automatica si interrompe? Con ogni probabilità vi troverete col filtro antiparticolato intasato.

In questo caso potete effettuare la rigenerazione forzata tramite aria compressa, ma si tratta di un’operazione costosa (dovete anche cambiare l’olio motore), delicata (il filtro va smontato e messo in un apposito forno) e potenzialmente dannosa per il motore.

Un’ alternativa è quella di adoperare degli additivi speciali per gasolio (contattaci per ordinare), che non costano molto

Una volta comprato il prodotto, è sufficiente versare il liquido nel serbatoio del carburante a motore spento e lasciare agire per una mezzora circa. Generalmente, per 50 litri di gasolio vanno impiegati 250 ml di additivo.

Ripetete questo trattamento ogni 3mila km circa e allungherete la vita al vostro filtro.


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